Il verbo greco

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Il sistema verbale greco è estremamente complesso e raffinato. Oltre al tempo infatti consente di esprimere varie sfumature e aspetti dell'azione:

tre voci (o diatesi): attiva, media, passiva.
Quattro tempi (o sistemi verbali): presente, aoristo, perfetto, futuro
Modi verbali: Indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo, infinito, participio
Nomi verbali: infinito, participio, aggettivo verbale

I sistemi verbali

I sistemi verbali greci esprimono non tanto il tempo dell’azione, quanto piuttosto una sua qualità. Solo il futuro ha una connotazione temporale più evidente.
Il sistema del presente indica una azione continua o iterativa.
Il sistema dell’aoristo invece indica un’azione momentanea o puntuale.
Il sistema del perfetto indica l’azione compiuta

Il sistema del presente: morfologia (verbi in   ω )

Al presente la maggior parte dei verbi greci esce con la desinenza ω alla prima persona dell’indicativo), che è poi quella che viene cercata sul vocabolario.

Il presente indicativo medio dei verbi in -omega

Il presente indicativo si forma aggiungendo le desinenze dei tempi principali, con la vocale tematica e/o

Il presente indicativo medio dei verbi in -omega

Il presente indicativo si forma aggiungendo le desinenze dei tempi principali, con la vocale tematica e/o

ἔρχομαι
ἔρχῃ
ἔρχεται

ἐρχόμεθα
ἔρχεσθε
ἐρχονται

Le tre voci: attiva, media, passiva

La voce attiva indica che il soggetto compie l'azione:

σοὶ δώσω τὴν ἐξουσίαν ταύτην
a te darò questo potere (Lc 4,6)
Il tentatore usa il futuro attivo (δώσω) per indicare che egli è il soggetto unico dell'azione, che ha un complemento oggetto e un complemento di termine.

Il verbo al passivo invece indica che il soggetto subisce l'azione:

ὅτι ἐμοὶ παραδέδοται
perché a me è stato dato (Lc 4,6)
Il tentatore stavolta usa il passivo: l'azione è esterna a lui (complemento di termine): qualcun altro gli ha attribuito il potere. In questo caso si tratta di un passivo teologico, che fa risalire a Dio stesso la concessione (temporanea e limitata) di un potere al demonio.

Il medio è una particolarità pressoché esclusiva della lingua greca, che indica una partecipazione speciale del soggetto all'azione. Talvolta è reso in italiano con un riflessivo; talvolta il senso del verbo cambia; talvolta si tratta di una sfumatura intraducibile. Di molte radici verbali greche è usata solo la forma media, e molti verbi greci si trovano nel greco biblico unicamente al medio.

θέτε οὖν ἐν ταῖς καρδίαις ὑμῶν μὴ προμελετᾶν ἀπολογηθῆναι
mettete nei cuori vostri di non preoccuparvi prima di [come] essere difesi (Lc 21,14)
θέσθε ὑμεῖς εἰς τὰ ὦτα ὑμῶν τοὺς λόγους τούτους· ὁ γὰρ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου μέλλει παραδίδοσθαι
mettete voi [bene] nelle orecchie queste parole: il Figlio dell'Uomo sta per essere consegnato (Lc 9,44)
Le due frasi hanno un andamento simile e un significato comune: si tratta di un insegnamento da tenere a mente, da collocare nel "cuore" o "nelle orecchie". Ciò si esprime con l'imperativo aoristo del verbo τίθημι. Cambia però la voce verbale: il medio in 9,44 aggiunge una sfumatura di grande interesse nel soggetto: è una parola da conservare gelosamente. In 21,14 si usa invece il verbo attivo, forse per rimarcare il disinteresse del soggetto, in questo caso i discepoli, che non devono preoccuparsi di preparare la propria apologia in vista del tribunale.