Le tre voci: attiva, media, passiva

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La voce attiva indica che il soggetto compie l'azione:

σοὶ δώσω τὴν ἐξουσίαν ταύτην
a te darò questo potere (Lc 4,6)
Il tentatore usa il futuro attivo (δώσω) per indicare che egli è il soggetto unico dell'azione, che ha un complemento oggetto e un complemento di termine.

Il verbo al passivo invece indica che il soggetto subisce l'azione:

ὅτι ἐμοὶ παραδέδοται
perché a me è stato dato (Lc 4,6)
Il tentatore stavolta usa il passivo: l'azione è esterna a lui (complemento di termine): qualcun altro gli ha attribuito il potere. In questo caso si tratta di un passivo teologico, che fa risalire a Dio stesso la concessione (temporanea e limitata) di un potere al demonio.

Il medio è una particolarità pressoché esclusiva della lingua greca, che indica una partecipazione speciale del soggetto all'azione. Talvolta è reso in italiano con un riflessivo; talvolta il senso del verbo cambia; talvolta si tratta di una sfumatura intraducibile. Di molte radici verbali greche è usata solo la forma media, e molti verbi greci si trovano nel greco biblico unicamente al medio.

θέτε οὖν ἐν ταῖς καρδίαις ὑμῶν μὴ προμελετᾶν ἀπολογηθῆναι
mettete nei cuori vostri di non preoccuparvi prima di [come] essere difesi (Lc 21,14)
θέσθε ὑμεῖς εἰς τὰ ὦτα ὑμῶν τοὺς λόγους τούτους· ὁ γὰρ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου μέλλει παραδίδοσθαι
mettete voi [bene] nelle orecchie queste parole: il Figlio dell'Uomo sta per essere consegnato (Lc 9,44)
Le due frasi hanno un andamento simile e un significato comune: si tratta di un insegnamento da tenere a mente, da collocare nel "cuore" o "nelle orecchie". Ciò si esprime con l'imperativo aoristo del verbo τίθημι. Cambia però la voce verbale: il medio in 9,44 aggiunge una sfumatura di grande interesse nel soggetto: è una parola da conservare gelosamente. In 21,14 si usa invece il verbo attivo, forse per rimarcare il disinteresse del soggetto, in questo caso i discepoli, che non devono preoccuparsi di preparare la propria apologia in vista del tribunale.