Seconda di Pasqua: la fede di Tommaso

Una storia di fede

Esperienza speciale

La storia di Tommaso è una storia di fede. Certamente, una fede contrassegnata dalla visione: egli appartiene alla schiera di coloro che hanno avuto un’esperienza particolare del Risorto. Ma sappiamo anche come a un certo punto la visione scompare, il Risorto non è più accessibile nella stessa maniera. Per lunghi anni Tommaso, come tutti gli altri discepoli, dovrà camminare nella fede: parlare di Gesù senza poterlo mostrare; annunciare il Risorto a chi non lo può vedere; amare in suo nome, senza vedere, a volte, risultati; e infine, affrontare la morte in suo nome. Trovandosi di fronte lo stesso buio del Getsemani.

Esperienza normale

Anche la nostra storia è una storia di fede. La fede di coloro che “credono senza aver visto”. Noi crediamo alla testimonianza apostolica senza averli potuti ascoltare. Crediamo a Gesù senza averne esperienza diretta. Crediamo e amiamo nel suo nome, senza vedere i risultati di questo amore. Come è possibile credere in questo modo? “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”: la beatitudine nel Vangelo solitamente contrassegna un dono speciale di Dio. Sottolinea realtà che non sono solo frutto di iniziativa umana, ma sono segnate dal dono di Dio. Beati noi, perché Dio ci ha donato di credere.

Porte chiuse e missione aperta

La chiesa di allora era un gruppo di discepoli timorosi dei Giudei. La chiesa di oggi è timorosa e sospettosa nei confronti di un mondo che pare ostile. Chi conosce la storia, si rende conto che in realtà non è tanto più ostile che nei secoli passati. A volte la paura del cosiddetto “nemico” di fuori è frutto dell’insicurezza che regna al di dentro. La visione del risorto, e la fede che nasce da lui, ha come effetto di risollevare dalla paura: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Oggi come allora, il risorto viene a sollevarci dalle nostre paure. “Pace a voi” è il suo saluto: nessuna paura, nessun timore reverenziale e ostile. La missione sarà di portare perdono e riconciliazione.

Ricevete lo Spirito

L'evangelista Giovanni concentra in un unico quadro tutta l’esperienza postpasquale: il risorto, il dono dello Spirito, la missione della Chiesa. Ciò ci rende cauti nella lettura di questi brani: si tratta di passaggi densi del Vangelo, non di una pura cronaca degli eventi. La narrazione ha già una struttura cronologica liturgica: come la la fede degli apostoli si approfondisce dal primo all’ottavo giorno, attraverso la richiesta di Tommaso, così la nostra fede si approfondisce di domenica in domenica, attraverso l’ascolto della parola di Dio, il confronto con i fratelli, la ricerca incessante suscitata dallo Spirito nella nostra vita. Il finale del Vangelo di Giovanni resta inconcluso. Non è possibile scrivere tutto in un libro. Perché quel libro continua ad essere scritto oggi, nelle nostre azioni di credenti. È una storia di fede che continua.