In memoria di

in memoria di lei
Nell'ultima cena Gesù dice "fate questo in memoria di me". Qui si dice invece "in memoria di lei". Non ho verificato sul testo greco l'esatta corrispondenza delle formule. Ma credo che ci sia, e che non sia casuale. Che senso ha fare memoria di un gesto così circoscritto e, tutto sommato, poco rilevante? E perché in tutto il mondo, dovunque venga annunciato il vangelo? Comprendiamo che l'evangelista collochi il brano all'inizio della Passione, e che ne sia una sorta di anticipazione e di interpretazione. Ma le parole di Gesù indicano un qualcosa di più. Occorre far memoria, in senso forte, di ciò che ha fatto la donna, nello stesso senso in cui si fa memoria della passione. Ciò fa parte in qualche modo dello stesso annuncio del vangelo.
Mi pare che la donna rappresenti la recezione dell'amore di Gesù. Essa è un'immagine viva di quei piccoli a cui appartiene il Regno dei cieli. Facendo memoria di Gesù, con l'Eucaristia, noi rendiamo presente il suo mistero di amore.
Facendo memoria della donna di Betania, rendiamo presente in noi la sua tenera accoglienza di questa salvezza. Se vogliamo celebrare, ascoltare, vivere il Vangelo, dobbiamo essere come lei.