Unzione di Betania

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L'unzione di Betania dovrebbe essere il testo scelto per il convegno pastorale di settembre.

Qualora vogliate

Si usa qui una costruzione greca che contiene una certa carica di raffinatezza e precisione: otan + congiuntivo. Si tratta infatti di una temporale eventuale: cosa che abitualmente non si trova nel vangelo di Marco, che predilige uno stile più diretto e apparentemente grossolano. In realtà, da abile narratore, egli evita un linguaggio raffinato ma inespressivo, e punta tutto su una comunicazione il più possibile vivace e vicina ai fatti. Ma qui la sfumatura di eventualità indicata dal congiuntivo appare necessaria.

I poveri

I poveri li avete sempre con voi... Questa parola di Gesù è di un'attualità sconcertante. Per certi aspetti, scandalosa: non sarà possibile eliminare la povertà? Non è un dovere di ogni cristiano? Non bisogna lottare contro le ingiustizie (e quindi contro gli sprechi)? Certamente Gesù non ci invita a trascurare i poveri. Ma ci avverte: l'impegno per i poveri non conduce ad una "soluzione". Conduce invece al dono della vita. Può spingere alcuni a "dare tutto per causa sua e del Vangelo". L'impegno per i poveri ci rimanda a lui, che si è fatto povero per arricchirci.

Un'opera bella

Ha fatto un'opera bella verso di me

Perché le procurate sofferenze?

Perché la infastidite? Il termine greco κόπους (kopous), è un plurale che può essere tradotto con “fastidi, fatiche, sofferenze”. Paolo usa spesso questa espressione per indicare la fatica del lavoro apostolico, diversa dalla persecuzione provocata dagli uomini.

La parola risolutiva

Il gesto della donna da solo dice molto, ma non tutto. O meglio: potenzialmente, esprime tutto, ma non lo significa con sufficiente chiarezza. In una parola: è esposto al fraintendimento.

La donna e il rito

... venne una donna...”: ciò che la donna compie è un vero e proprio rito. Per quanto possa apparire a prima vista spontanea, non calcolata, forse neppure programmabile, l'azione della donna si svolge come una vera e propria sequenza simbolica.

Nella casa di Simone

Gesù è nella casa di Simone il lebbroso. L'evento accade in una casa, ed è bene sottolinearlo: la casa può avere un valore sacrale, un significato alto. In quella casa è ospitato Gesù, in quella casa Dio stesso è ospitato e può abitare. Anche il nome di Betania ci conduce sulla stessa via: significa infatti “casa del povero, o della povertà” o “casa di Anania (=Dio fa grazia)". Gesù sceglie di portarsi alla “casa del povero” (Simone il lebbroso, era forse un ammalato da lui guarito?), o alla “casa dove Dio fa grazia”. Nella casa, come in un piccolo tempio, può rinnovarsi un evento di grazia.

Non durante la festa

non durante la festa
I due piani, quello della festa solenne e quello del progetto omicida, sembrano assolutamente divergenti. Invece constatiamo che s'incrociano: la festa viene ad intralciare il piano di morte, costituisce una difficoltà per chi vuol mantenere il controllo attraverso l'oppressione. Il rischio che si paventa è che nasca un tumulto di popolo. Dove c'è vera celebrazione non può esserci coercizione, non può restare impunita l'ingiustizia, non può non emergere il desiderio di libertà.

In memoria di

in memoria di lei

Il contesto liturgico

Era vicina la Pasqua...
Il contesto è quello della festa. Il giorno liturgico determina un clima, un ambiente in cui si svolgono gli eventi. Una cornice in cui la vita acquista un significato nuovo, più pieno.
... cercavano il modo per ucciderlo

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