Il sostantivo צַר indica l’angoscia, letteralmente l’essere “messi alle strette”, o oppressi; indica anche il nemico, l’oppressore. La radice appare analoga al verbo צרר .
Il verbo בָּטַח significa "confidare, credere". Probabilmente da un senso originario di "appoggiarsi", da cui "fare affidamento su".
Il verbo בָּרָ֣א indica etimologicamente il dare forma tramite il lavoro artigianale; nella Bibbia ebraica è riferito prevalentemente a Dio con il senso specifico di "creare".
Avverbio interrogativo. Dove....? Sempre seguito da un pronome. Gn 3,9: אַיֶּ֫כָּה "Dove [sei] tu?", o anche da un nome: Gn 4,9: אֵ֖י הֶ֣בֶל אָחִ֑יךָ "Dov'è Abele tuo fratello?".
verbo. Proclamare ad alta voce, gridare
In italiano la lettera q non si distingue dalla c occlusiva, ma ha un uso nella grafia, sempre accompagnata dalla vocale u. Di per sé sarebbe possibile scrivere "cuando", "cuesto" e via dicendo, senza particolari problemi di comprensione e proncia.
Nelle lingue semitiche esisteva invece uno specifico fonema q, occlusiva uvulare sorda, che si è tuttora conservato in vari dialetti arabi. Il nome geografico "Iraq" lo contiene nella lettera finale.
יֹאמַר־נָא יִשְׂרָאֵל
כִּי לְעוֹלָם חַסְדּוֹ
Lo dica-orsù Israele
che per-sempre la-grazia-sua.
יאׂמַר Dalla radice אמר (parlare), imperfetto qal III persona singolare maschile.
נָא si tratta di un’interiezione (che si potrebbe tradurre con “su, dai, orsù”, ma che di fatto risulta intraducibile, e che il più delle volte non è necessario rendere con un corrispondente italiano: accompagna infatti strettamente il verbo (si noti il trattino) e ne enfatizza il valore volitivo-esortativo.
הוֹד֣וּ לַיהוָ֣ה כִּי־ט֑וֹב
כִּ֖י לְעוֹלָ֣ם חַסְדּֽוֹ׃
Lodate al-Signore perché-buono
perché per-eternità grazia-sua
NB: scarica sotto l’allegato per l’esercizio.