Seconda domenica di Avvento: prospettive generali

Le letture della seconda domenica di Avvento sono reperibili all’indirizzo:
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20091206.shtml

Una prospettiva generale di lettura: potrebbe essere quella della concretezza, definibile anche come impegno. Il vangelo si apre con una pagina storica, che colloca i fatti narrati in un tempo ben preciso, delimitato dai governanti del tempo: ma la realizzazione della promessa divina sfugge al controllo dei potenti. Secondo modalità imprevedibili umanamente, il profeta Giovanni, il Battezzatore, propone una via concreta di ritorno a Dio, anzi diverse vie: per l'uomo comune, per il soldato, per il pubblicano… si tratta di consigli semplici, basati sulla solidarietà basilare, sulla correttezza, sull’onestà.
Un’applicazione concreta (preparata per un gruppo di adolescenti) potrebbe essere un lavoro sul nostro linguaggio. “Ogni valle sia colmata”, dice il Battista. E la valle richiama il vuoto: il vuoto dei silenzi, delle omissioni, del rifiuto di comunicare. Gesù, Parola di Dio, verbo incarnato che entra nella nostra vita e nella nostra storia, ci invita a riempire i nostri vuoti di comunicazione. E il Battista ci invita a cominciare, con passi autentici di cambiamento: aprirsi, comunicare, interessarsi, risvegliare una comunicatività troppo spesso congelata dal ricorso ad SMS, TV, PC, ed altre stampelle tecnologiche.
“Ogni monte sarà abbassato”: il monte che richiama un “di troppo”, un eccesso, un ostacolo. Il nostro linguaggio è infarcito di eccessi: volgarità, insulti gratuiti, pettegolezzi… tutto ciò, potrebbe essere il messaggio del Battista, è da limare, smussare, va reso liscio. Gesù, parola di Dio fatta carne, ci invita a non sprecare parole, né nella preghiera, né nelle nostre relazioni: il vostro parlare sia “sì sì - no no”.
Un’altra applicazione concreta: le microrealizzazioni della Caritas e del Centro missionario. La microrealizzazione è molto simile alle proposte del Battista. “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha”. Certamente, non si risolvono così i problemi del mondo. Ma ciò che il Battista propone non è di cambiare il mondo: ma di convertirsi, esprimere un proprio cambiamento. È un atto di fede: in un mondo disonesto pongo segni di onestà; in un mondo pessimista, pongo gesti di speranza; in un mondo egoista, esprimo gesti di solidarietà. Può darsi che a questo punto mi accorga che il mondo non è così negativo come pensavo. Che ci sono altre persone che camminano sulla stessa via. E che, comunque, io sto cambiando, anzi, Dio mi sta trasformando. Nella stessa linea vanno le microrealizzazioni: andare oltre l’elemosina. Conoscere, informarsi, partecipare, non solo dare, ma anche imparare. Mentre aiuto la comunità cristiana che sta in Etiopia, vedo che hanno qualcosa da insegnare a noi. Mentre sostengo la comunità brasiliana dove stanno i nostri preti mantovani, mi accorgo che nel loro essere Chiesa c’è qualcosa di valido anche per noi. C’è speranza per tutti.