Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo - lectio

come il pastore separa le pecore dalle capre: perché separarle? Che scopo aveva questa divisione? Si tratta ovviamente di una parabola. Che viene fusa con un’altra parabola: che potremmo chiamare la parabola del “re nascosto”.
allora il re dirà: Perché la parola “re”? Applicata a Gesù fa un po’ impressione. Non sono abituato a sentirla dire rivolta a Dio. Sembra introdurre una separazione netta: lui in alto, gli altri in basso, schiacciati dalla sua potenza. All’inizio il protagonista è il Figlio dell’uomo. Poi improvvisamente diventa il Re…
questi miei fratelli più piccoli…: e questi da dove saltano fuori? C'è il re, ci sono quelli alla sua destra, quelli alla sua sinistra… e i piccoli dove sono? Non erano in scena…
in verità vi dico…: che significa questa espressione? Di che verità sta parlando?
Per me le capre sono l’immagine del diavolo. O no? Le pecore servono per la lana… sono utili. Innocenti. Sono anche quelle che vengono condotte al macello.
alla vita eterna: un’espressione che mi spaventa. Che significa la vita eterna? Da un lato è una specie di folgorazione: né fame, né sete, né alcunché di terreno… dall’altro sento un senso di soffocamento. Va oltre i limiti razionali. Non riesco neanche a concepire qualcosa di eterno…
Risposta: Effettivamente, nella vita di tutti i giorni è inconcepibile l’idea di una fine e dell’eternità. Viviamo come se dovessimo vivere sempre così. Come se fossimo sempre giovani. Come se dovessimo essere sempre sani. E nello stesso tempo è inconcepibile l’idea dell’eternità: perché comunque si sente che le cose belle finiscono. E si spera che finiscano anche quelle brutte. Solo in certi momenti, certe esperienze il tempo è come sospeso: NON CI ACCORGI DEL TEMPO CHE PASSA PERCHÉ STAI BENE. Forse l’eternità potrebbe essere qualcosa del genere… senza che nessuno ti riporti indietro.
in verità vi dico: deve trattarsi di una frase estremamente importante. Di una realtà fondamentale. Ed effettivamente, si tratta di qualcosa che sconvolge. Dar da mangiare a chi ha fame. Sembra una cosa scontata. Non ci vuole niente: dar da mangiare, da bere, ospitare, visitare… sono gesti semplici. E però non è il gesto in sé che è difficile, ma la mentalità che ci sta dietro.
quando mai…?C’è una sorpresa. Uno svelamento. La scoperta di qualcosa che non si era messo in conto. Come se non fossero consapevoli di ciò che hanno fatto.
# Un problema: a chi parla questa parabola? A chi è rivolta? Qui si legge “saranno radunate tutte le genti”; e quindi sembrerebbe che si parli di ogni uomo. Anche chi è lontano. Qual è la nostra posizione in tutto questo? Anche perché noi non possiamo dire “non lo sapevamo”…
# Che cosa vuol dire “Figlio dell’uomo”? Perché Augias dice che significa semplicemente “uomo”?