Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo - parabola del giudizio finale (meditatio)

* Sintesi dalla lectio: è l’unione di due parabole. Una parabola del giudizio, simile a quella della rete e dei pesci. Si allude ad una separazione che avverrà “alla fine dei tempi”. Ad essa è congiunta la parabola del “re nascosto”, che si svela e giudica in base all’atteggiamento tenuto nei confronti dei “fratelli più piccoli”· La prima parabola insiste sulla realtà del giudizio, la seconda sul criterio del giudizio. La loro fusione indica che i due aspetti non sono separabili, e sembra alludere al fatto che il giudizio è già in atto: anche se, nelle circostanze concrete, la situazione appare piuttosto caotica e confusa.

Intuizione 1: il tema della parabola non è semplicemente un invito a fare opere di carità, ma uno svelamento dell’identità di Gesù. Ci viene detto chi e come è lui. Dove lo possiamo trovare nel “tempo intermedio” tra la risurrezione e il compimento. E forse si allude al fatto che anche noi potremmo “farci poveri” come lui…

Intuizione 2: “Chi accoglie voi accoglie me”. “Il padre vostro celeste non vuole che si perda uno solo di questi piccoli”. “Uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli”; “Chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli…”. Riscontriamo una precisa costellazione di brani in cui appare chiaro che “fratelli” e “piccoli” sono i membri della comunità cristiana, che non vanno assolutamente scandalizzati, che non vanno perduti, e verso cui occorre avere la massima attenzione: ogni gesto compiuto nei loro confronti è compiuto al Cristo stesso. Il brano dunque non allude (solo? o non propriamente?) ad una identificazione generica di Gesù nel povero, ma (anche? o esclusivamente?) ad una identificazione specifica di Gesù nel fratello bisognoso, nel fratello di fede. Solitamente, quando si riferisce una simile interpretazione, se ne ricava una sensazione di scandalo: «Ma come? Non si riferisce a tutti i poveri? Vorrebbe dire che Gesù parla soltanto dei poveri cristiani?». Tuttavia si tratta di una provocazione positiva, che conduce ad una comprensione più vera. In realtà, come ha ben capito l’interpretazione tradizionale di questo brano, Gesù non pone limiti alla sua identificazione fraterna: ogni povero, anche se non cristiano, anche se non credente, può essere considerato uno dei fratelli piccolissimi di Gesù. E quindi va aiutato: ma proprio perché è fratello di Gesù. E va aiutato concretamente, stabilendo un legame di fraternità, nel nome di Cristo. E tra i poveri, ci sono anche (non esclusivamente, ma ci sono ANCHE LORO) i bisognosi della comunità cristiana. Quelli che si conoscono, quelli che stanno vicino alla porta. Quelli che non danno fastidio a nessuno e non bussano a nessuna porta. I poveri di serie B, che non hanno neanche i titoli scandalistici dei giornali. PUÒ DARSI che, PER QUALCUNO (sono io? sei tu?) proprio loro siano i più trascurati e quindi i più decisivi nel contesto del giudizio…