Consigli per la lettura: V Domenica di Quaresima B

Questa settimana le letture presentano una certa difficoltà, dovuta al particolare genere letterario.

La prima lettura

Dal libro di Geremia, appartiene al genere profetico, ma in una sua forma di transizione, che già scivola verso l'apocalittica. Il profeta infatti annuncia ciò che avverrà "in quei giorni", formula indeterminata, tipica di questa sezione di Geremia, che indica il tempo del compimento, già quasi in prospettiva escatologica. Mentre l'oracolo profetico di giudizio, di condanna, di salvezza ha di mira una precisa situazione storica, qui si parla di eventi che non stanno sotto il diretto controllo di chi parla e di chi ascolta.
Per tre volte si ripete la formula "oracolo del Signore": essa implica una spersonalizzazione: è Dio che parla. Più che mai qui il lettore è un messaggero, una voce recitante, che distoglie l'attenzione da sé per concentrarla sul messaggio.
E' possibile una interpretazione più meditativa, in tono sommesso (richiamando il tema dell'interiorizzazione della legge), o una più solenne, di proclamazione elevata, sottolineando maggiormente il carattere pubblico dell'annuncio (io sarò il loro Dio, ed essi saranno mio popolo).

La seconda lettura

Densità e concentrazione costituiscono la difficoltà di questo brano, tratto dalla Lettera agli Ebrei. In realtà, non si tratta di una vera e propria lettera, ma piuttosto di un trattato teologico, di un discorso solenne e programmatico.
Richiede una lettura lenta e attenta, ricca di pause, che aiutino a gustare la forza del testo.
Pur esprimendo un pensiero estremamente complesso, la lettera agli Ebrei non manca di richiami retorici e concreti, che fissano l'attenzione dell'uditore: qui le "forti grida e lacrime", e la frase elegantissima (in greco) "Imparò l'ubbidienza dalle cose che patì".