Flash sulla I lettura

erano perseveranti: il risultato della Risurrezione e della Pentecoste è una situazione di “perseveranza”, termine che per due volte è ripreso nella lettura. Essa non va confusa con una semplice “ostinazione” umana: si tratta infatti di un atteggiamento stabile che nasce dall’incontro con il Risorto e dal dono dello Spirito, non di un semplice atteggiamento moralistico.

nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere: la perseveranza pasquale si alimenta nell’ascolto, nella comunione fraterna, nella preghiera liturgica e nella preghiera comune: il primato è dunque dato alla preghiera, alla forza che promana da Dio.

Qui si vede la “qualità pasquale” delle nostre comunità. Facile trovarsi a pregare d’inverno, quando non c’è altro da fare. Facile portare avanti attività formative finché il sole non si risveglia e la primavera non invita ad uscire... meno difficile è coinvolgere i giovani e i ragazzi finché non incombono gli obblighi scolastici di fine anno o gli esami universitari. La vera sfida però è quella della “perseveranza pasquale”: il permanere nell’atteggiamento di comunione e preghiera anche quando i ritmi umani e sociali non lo favoriscono.
prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli ...il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati: la crescita qualitativa (segni a opera del gruppo qualificato degli apostoli), e anche quantitativa (ogni giorno il Signore aggiungeva...) della comunità è il segno che la “perseveranza pasquale” si sta attuando: ma noi sapremo riconoscerlo? O resteremo chiusi nelle nostre tristezze? O nelle nostre sicurezze umane?