“Eccomi”: Samuele può pronunciare la sua risposta alla chiamata divina solamente con l’aiuto dell’anziano ed esperto sacerdote Eli. Strana situazione: Samuele intende la voce di Dio, ma è privo della competenza interpretativa. Eli non può ascoltare questa voce, ma sa riconoscerne i segni e sa come ci si deve comportare. In ciascuno di noi non c’è solo il mito (umano) dell’uomo tuttofare: è presente anche la sua versione cristianizzata.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno
La vita di Davide, dopo tante battaglie, tante peripezie, tanti pericoli, si è finalmente adagiata su acque più tranquille. Davide in tutte le sue angoscie non si è mai perso d’animo, e ha sempre avuto fiducia in Dio. Diventa dunque immagine dell’uomo realizzato e felice, che tuttavia non si dimentica di chi gli ha fatto raggiungere tanto benessere.
“Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda”
Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Ez 18,25-28
Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore:
«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
“Affrettiamoci a conoscere il Signore”: un testo bello e poetico, carico di una vena romantica: Dio è come la “pioggia di primavera, che feconda la terra”. In esso il profeta rappresenta le migliori intenzioni del popolo, i buoni propositi di cambiamento e conversione. Potrebbe anche trattarsi di una citazione di un canto o di una liturgia penitenziale, che il profeta riprende per poterla criticare...
“Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?”
Flash sulla PRIMA LETTURA
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Conosco molte persone che dicono di vedere Dio solamente o principalmente nella bellezza della natura. Ho visto un mio amico commuoversi davanti alla grandezza delle montagne, al silenzio affettuoso del bosco, alla pace del cielo stellato...
“si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. In attesa del dono dello Spirito, la comunità è riunita in preghiera. È l’unica cosa che le resta: l’invocazione dei poveri. Si tratta di un tempo in cui nessuna attività è possibile, in cui ogni azione è destinata all’insuccesso. “Senza di me, non potete far nulla”. Ci sono momenti in cui anche oggi le singole comunità cristiane devono fare i conti con questa realtà: rendersi conto della loro radicale povertà, e dell’esigenza assoluta di lasciarsi vivificare dallo Spirito.
“gli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo”: L'evangelista si premura di far notare come il criterio decisivo per l'elezione degli apostoli sia lo Spirito Santo. La missione sfugge alle logiche, puramente umane, di “competenza”, “abilità”, “redditività”. I discepoli non dovranno contare sulle loro qualità umane, ma sulla potenza che deriva da Dio stesso.