Flash sulla I lettura: un’immagine arcaica di Dio?

Conosco molte persone che dicono di vedere Dio solamente o principalmente nella bellezza della natura. Ho visto un mio amico commuoversi davanti alla grandezza delle montagne, al silenzio affettuoso del bosco, alla pace del cielo stellato...

La natura è una grande via per arrivare a riconoscere Dio. Peccato che noi siamo immersi tutti i giorni nell’ambiente tecnologico che ci siamo creati, e possiamo ritrovare la natura unicamente nel week-end, a prezzo di chilometri di auto... il Dio della natura è forse un’idea arcaica, destinata a sparire nella nostra cultura? A restare solamente una nostalgia, come di una specie ormai estinta?
Il brano dell’Esodo comincia secondo una dinamica naturalistica, in cui Dio si manifesta negli elementi naturali... Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato. Dio si rivela sul monte, secondo uno schema archetipo che ritroviamo in tutte le culture dell’epoca (e in cui istintivamente ci ritroviamo ancor oggi). Tuttavia porta le due tavole di pietra in mano: si allude qui ad una rivelazione che va oltre la natura, e che coinvolge la creatura umana, per entrare in dialogo con lei.

In realtà il brano ci presenta una rivelazione di Dio che va al di là delle pure e semplici manifestazioni naturali, e che non rappresenta una proiezione dei bisogni dell’uomo.

«Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Dio stesso rivela di sé qualcosa che non corrisponde in tutto ai bisogni dell’uomo. Si vorrebbe un Dio che castiga i malvagi, oppure una divinità che si fa complice delle proprie malefatte: la Scrittura ci presenta invece qualcuno che è pronto a perdonare il colpevole, che resta fedele alle sue promesse, e che non è disposto a tollerare il male.

tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità». Di fronte alla rivelazione divina, Israele si scoprì peccatore. Dio appare sempre più come colui che perdona, che fa grazia, che risana la strutturale debolezza del popolo “dalla dura cervice”.