Flash sulla seconda lettura: la vita che porta a Dio

Fratelli, siate gioiosi
Il brano sembra estremamente semplice, al limite banale: una serie di consigli, non particolarmente originali, per qualcuno irritanti nella loro semplicità. Tutti vorremmo essere nella gioia. Che senso ha che qualcuno ci venga a dire di stare gioiosi? Nessuno sceglie da solo di vivere nella tristezza... O non è così? Sembra paradossale: ma si incontrano tantissime persone che cercano esattamente ciò che le rende tristi. Che si ostinano a percorrere vie che generano angoscia, disperazione, autodistruzione. Che si ostinano a cercare la gioia in ciò che non la può dare.
tendete alla perfezione
L'invito a tendere alla perfezione può essere pericoloso: crea appunto uno stato di tensione nella persona. Può generare false illusioni, pretese eccessive, intolleranza. Il senso in cui qui è detto è invece pacificante e rasserenante: tende alla perfezione colui che sa di non poterla raggiungere, colui che sa che essa è riservata solamente a Dio.
fatevi coraggio a vicenda
Chi tende alla perfezione, che è Dio, smette di essere in gara con se stesso, e anche di essere in gara con gli altri. E' in cammino insieme con gli altri, e in questo percorso ci si aiuta a vicenda.
abbiate gli stessi sentimenti
Diventa allora possibile l'unità dei cuori: che non deriva da un progetto umano, ma dall’aspirazione a raggiungere lo stesso cuore di Dio.
e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
la conclusione del brano ha qualcosa di sorprendente: da elenco di consigli solo apparentemente banali, si trasforma in annuncio imprevedibile: è Dio stesso che viene ad abitare in mezzo a noi, quando gli apriamo la porta. Ciò di cui si parla non è quindi esortazione moralistica: la gioia, la ricerca della perfezione, della pace, della comunione... sono semplicemente un aprire la porta a lui. Lui stesso colmerà l’infinita distanza che ci separa da lui.