Solennità di Tutti i Santi/1 (lectio)

Qualche annotazione sparsa, dall’incontro con il gruppo biblico…

* Quelli che sono nel pianto… come si fa a definirli beati? E lo stesso vale per i miti, per gli affamati di giustizia… come si fa a dire che avranno in eredità la terra?

* Salì sulla montagna: un punto di vista diverso da quello di tutti gli altri. Salendo in alto, si vedono le cose da un’altra visuale, si può vedere ciò che dal basso sfugge…

* Prendendo la parola LI AMMAESTRAVA: ciò che dice Gesù è difficile. Potrà essere compreso pienamente solo DOPO. È un modo completamente diverso di guardare al mondo. Che solo lui poteva offrire. Per questo egli è il Maestro: perché trasmette qualcosa che da soli non potremmo comprendere, nemmeno desiderare…

* Parla solo ai suoi discepoli? O anche alla folla? Perché? C'è qualcuno che è escluso da questa comunicazione? Per chi parla Gesù nelle Beatitudini?

* Beati gli affamati e gli assetati di giustizia – saranno sazieti. Istintivamente, si pensa a qualcosa di immediato. Quando si ha fame, si desidera mangiare subito. Fame e sete di giustizia possono spingere da subito a muoversi, a cercare, a lottare.

* L'espressione “poveri in spirito” suona male. Vuol dire che si tratta di poveracci, mezzi mentecatti? Non sembra un gran complimento. Così anche per gli afflitti, i miti, e tutti gli altri. Eppure proprio a loro si dice “beati”. Questa idea di beatitudine è sconvolgente. È come se dicesse a loro “fortunati”! È un’esclamazione di gioia, ma che fortuna è? A meno che non succeda qualcosa da lì a poco… qualcosa che rovescia la situazione.

* Non c’entra niente. Ma prima di diventare santi, si è nominati beati…

* Poveri: mi pare una disposizione, un atteggiamento di umiltà, di chi si lascia condurre, chi si lascia riempire…

* Messosi a sedere: chi deve dire qualcosa di importante di solito si mette in alto, su una tribuna, esibisce se stesso. Ora invece lui si siede: insegnare da seduto significa creare una relazione positiva, aperta, non oppressiva (NB: tale era in effetti il modo di insegnare presso gli antichi ebrei: vedi ad esempio Marta, che ascolta la parola sedendosi ai suoi piedi, o ancora Gesù che insegna stando seduto sulla barca di Pietro. È un gesto che ha una certa implicazione antropologica: esistono altre collocazioni dell’insegnante, da una tribuna, da una cattedra, intesa come banco-scrivania separante, o al fondo di una sala ad anfiteatro… ma dietro tutte queste diverse posizioni, sta una diversa concezione dell’insegnamento, e della relazione tra insegnante e alunno).

* Il termine “giustizia” compare nei versetti 6 e 10. Ma tutte le Beatitudini sono attraversate non dalla presenza, ma dall’assenza della giustizia: i miti sono coloro che non reagiscono all’ingiustizia con la violenza, gli afflitti sono coloro che vivono come un’ingiustizia la loro sofferenza (Giobbe) o che soffrono a causa dell’ingiustizia (Geremia), gli operatori di pace sono coloro che ristabiliscono armonia dove c’era guerra e conflitto… il fatto strano e che proprio a questa condizione di assenza di giustizia, sia associata l’idea di beatitudine.

* … la vostra ricompensa è grande nei cieli: nelle prime beatitudini emerge un quadro bello e affascinante. Solo le ultime due sembrano tagliare un po’ le gambe. Perché si presenta la realtà della persecuzione. E si chiarisce che la ricompensa è grande “nei cieli”. Non è tutto e subito. La vera promessa è nei cieli. La ricompensa non è adesso. Forse però proprio per questo sono più “vere”, perché non tracciano un quadro utopico.

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