Colui che ama il mondo

Un mondo cattivo?

Il mondo è nemico. Eppure Dio lo ama. In tutto il vangelo di Giovanni vediamo una strana oscillazione tra una visione del “mondo” come ostile, incapace di accogliere Dio e il dono del suo Spirito, e il “mondo” come destinatario, nonostante tutto, del suo amore: i discepoli, come Gesù sono inviati al “mondo” e dovranno portare frutto in esso. Le due visioni sono contrapposte per esigenze linguistiche: il simbolismo giovanneo si nutre di contrapposizioni e antitesi, che hanno però bisogno di essere ricomposte e reintegrate in unità.

Un mondo malato

Il mondo si costituisce come nemico di Dio. Ma proprio per questo Dio lo ama. L’allontanarsi da Dio, la pretesa di avere una consistenza propria, di darsi da sé una regola, leggi, una via di felicità, conducono alla divisione e all’inconsistenza. Ne fanno le spese i più deboli, coloro che non possono difendersi da soli. Da sempre i forti e i potenti reggono le sorti del mondo per il loro interesse, e chi li combatte finisce per diventare un nuovo forte e potente che si sostituisce al precedente. C’è sempre qualcuno che ne subisce le conseguenze. L’allontanarsi da Dio è la malattia del mondo, anche se non è politicamente corretto dirlo. Dio è l’unica vera medicina ai mali del mondo: ma ancora non è corretto affermarlo. Il credente, il discepolo di Gesù sa che è vero, ma non ha gli strumenti per dimostrarlo. Si ritrova come i profeti dell’Antico Testamento, che vedono e denunciano, ma non possono essere né capiti né ascoltati.

Vie umane e la via di Dio

D’altra parte anche la denuncia profetica rischia di configurarsi come un’altra lotta di tipo puramente umano. Che quindi degenera in lotta di potere. Dio si pone su un piano completamente differente. In che modo Dio interviene nel mondo? Mandando il suo Figlio unigenito. Non la lotta, ma l’incarnazione. Non mettersi contro, ma mettersi “dentro”, andare incontro. L’unigenito figlio è uno solo. Nella sua individualità sta la sua debolezza, ma nello stesso tempo la sua forza. Il meccanismo del peccato (che possiamo chiamare con i suoi tanti nomi: potere, orgoglio, avidità, idolatria...) procede per via di massificazione. La forza dei numeri prevale sull’individuo. Enormi mostruosità sono state giustificate in base alla legge dei grandi numeri, e lo sono tuttora: è inevitabile che la globalizzazione abbia delle vittime, è necessario il capitalismo selvaggio per avere poi uno sviluppo positivo, se circolano milioni di auto per le strade, ogni tanto qualche incidente deve pur succedere...

Uno solo per tutti

Gesù è uno solo. E di fronte a lui si determina una scelta personale. Che strappa l’individuo alle sue determinazioni storiche e sociali. Non possiamo uscire dalla storia, non possiamo uscire dai condizionamenti del tempo: ma di fronte a Gesù tutto ciò viene come messo tra parentesi. Chi crede in lui non va perduto, ma ha la vita eterna. In primo piano sta la fede in lui, la relazione con lui. Che è possibile a chi è padrone e a chi è schiavo, a chi è ricco e a chi è povero, a chi sta nel terzo millennio come a chi era nell’epoca di Gesù...

La medicina di Dio

La medicina di Dio per guarire il mondo è dunque un fratello, uno solo, che ci viene dato, l’unigenito figlio. Egli non ha un potere da contrapporre ad altri poteri, non ha una ricchezza per comprare altre ricchezze, non ha un fascino per competere con gli idoli delle folle di ogni tempo. Semplicemente, mostra che Dio ama, a partire da chi è più debole. E mostra che ciascuno è libero di aderire nella fede al progetto del Padre. Chi compie questo atto, è libero dalle ricchezze, libero dal potere, libero dall’idolatria che tiene tutti schiavi. “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la vostra fede”. Ma vincere il mondo non significa annientarlo: significa amarlo con l’amore stesso di Dio.