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L'arrivo imprevisto... ma dove si va a finire?

Senza più figure

Lucio Fontana fa un taglio nella tela. Gesto di rabbia, di denuncia, provocazione astuta e furba? O desiderio di sfondare la barriera del visibile? Negli altri quadri avevamo delle figure, e un dettaglio che sfondava nel mistero; qui resta solo quest'ultimo: incorniciato e messo in primo piano.

Sempre sulla pista giusta: ancora una Trinità

Il mistero è oltre la
realtà. Lo avevano capito gli antichi iconografi: occorre andare
oltre la realtà visibile, e osare di esprimere l’invisibile. In
ogni buon quadro possiamo individuare quel dettaglio che sfonda il visibile e si apre all'invisibile. Nella Trinità di Masaccio è la
composizione triangolare e lo scambio dei colori. Rosso e verde
complementari, due colori per un'unica luce. C'è davvero bisogno di
figure?


La pista giusta


Nella Trinità di Rublev il racconto scompare. L'icona dovrebbe rappresentare Abramo che ospita i tra angeli... ma Abramo non c'è, restano solo i tre angeli, che ad uno sguardo attento sono inscritti in un cerchio. Ma non è un cerchio chiuso, è un cerchio che vibra, che sembra ruotare... Al calice, piccolo, in primo piano, corrisponde un calice più grande, che occupa tutta la scena. Il calice dell'amore inesauribile di Dio: solo chi aguzza lo sguardo può riconoscerlo. Il mistero è nei contorni, nelle forme

Secondo indizio: il valore dell'non-finito

Di nuovo Michelangelo. Un'altra pietà: la pietà Rondanini. Scavata, tormentate nel non-finito. Non liscia e levigata, perfetta come la prima... e proprio per questo, forse, più affascinante.
Michelangelo scopre progressivamente che lasciare incompiute alcune parti dà un senso che nessuna levigatura potrà mai dare. Il mistero è in un dettaglio, dicevamo. Quel dettaglio che va oltre il visibile...


Vicolo cieco: senza mistero

Non c'è mistero invece nella madonna di Raffaello. Bella e dolce, come una bella mamma, spensierata col suo bimbo. Semmai il mistero è la bravura dell'artista. Perché il dono di dipingere con tanta grazia e naturalezza è stato dato proprio a lui?


Primo indizio: il dettaglio decisivo

Il mistero è in un dettaglio. Quello che fa passare dal visibile all'invisibile. Come il raggio di luce di Caravaggio. Che dopo i primi quadri (assolutamente realistici e luminosi, fin troppo "veri") comincia a
oscurare la scena. Solo un fascio di luce attraversa il quadro della
vocazione di Matteo, accompagnando ed estendendo il gesto della mano di Gesù. Fino a colpire il chiamato...

Tappa 2: Simone Martini

Il mistero è nel ritrarsi della Vergine. Paura e accoglienza insieme. Si nota dopo: prima si vede l'eleganza delle vesti, il panneggio dell'angelo che atterra, lo splendore delle ali... solo chi sa guardare oltre, può cogliere il dettaglio che apre all'infinito.

Tappa 1: Michelangelo

Il mistero è nell'età di quella Madonna,
troppo giovane per portare tra le braccia il figlio
morto. E' lì, davanti agli occhi e nessuno lo nota. Qualche interprete dice che è una sorta di previsione: la giovane Maria che medita sulla sorte del Figlio: "A te una spada trapasserà l'anima". Il mistero è
ciò che tutti vedono, e solo qualcuno osserva.

Una specie di caccia al tesoro...

Il mistero e l'immagine: come stanno insieme? Faremo una specie di caccia al tesoro. Da un'opera d'arte all'altra. Ogni volta ci chiederemo: dove sta il mistero? Come l'artista lo esprime?

A caccia del mistero

Un’immagine per esprimere il mistero

Un'immagine per esprimere
"il mistero nascosto nei secoli"... la Parola che deve
essere espressa dalle nostre parole... Migliaia di parole non bastano
a dirlo: potrà bastare un'immagine? Circa quattro millenni sono
passati da Abramo a noi: come riassumerli, sia pure in uno striscione
di 4 metri x 3?

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