Abbiamo già visto come ogni parola ebraica si possa fondamentalmente ricondurre a una radice bilittera o trilittera. Le ulteriori specificazioni (sostantivi, verbi, aggettivi) derivano dall’aggiunta di suffissi, prefissi, e da modificazioni nella struttura vocalica.
Anche le forme verbali dell’ebraico seguono lo stesso meccanismo, in una modalità che conferisce al verbo ebraico un’estrema flessibilità e versatilità.
La voce attiva indica che il soggetto compie l'azione:
σοὶ δώσω τὴν ἐξουσίαν ταύτην
a te darò questo potere (Lc 4,6)
Il tentatore usa il futuro attivo (δώσω) per indicare che egli è il soggetto unico dell'azione, che ha un complemento oggetto e un complemento di termine.
Il verbo al passivo invece indica che il soggetto subisce l'azione:
ὅτι ἐμοὶ παραδέδοται
perché a me è stato dato (Lc 4,6)