Commento: dalla fede mediatica alla fede personale
Lontano dal cuore
“perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa”: lo stesso testo viene citato nel discorso di Pietro. Solo che l'evangelista, che scrive in greco, cita il salmo secondo la versione greca, che tende ad usare concetti astratti, e parla di "corruzione". Il testo ebraico è molto più concreto: "non lascerai che il tuo fedele veda la fossa". Il senso originario del salmo è che Dio impedirà che il suo fedele veda la morte.
"consegnato a VOI secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio
VOI per mano di pagani, l’avete crocifisso"
"Carissimi, se [lo] chiamate Padre... comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri": l'appellativo "padre" dice confidenza, abbandono, affetto, certezza di incontrare misericordia. Perché allora si riprende il richiamo al timore di Dio? Si vuole prevenire il rischio di svalutare il dono della fede e della grazia. E' una tentazione certamente possibile: pensare che, dal momento che Dio è buono, tutto ci sia concesso. Certamente Dio è buono, ma nel momento in cui pensiamo così il suo amore non può crescere in noi.