IL SALMO E LA LITURGIA: il sacrificio nuovo

“Sacrificio e offerta non gradisci”
Nel salmo riconosciamo la denuncia dell’insufficienza degli antichi sacrifici. Forse in un contesto particolare, come quello dell’esilio, dove il culto antico era impossibile. In tale contesto avviene la scoperta e la pratica di un nuovo modo di vivere l’esperienza rituale. Ritroviamo in esso gli stessi elementi della nostra Messa.

“gli orecchi mi hai aperto”
Con questa frase si allude all’ascolto. L’ascolto è importante, ha valore come un sacrificio. Ascoltare la Parola diviene esperienza a lui gradita.

Allora ho detto: «Ecco, io vengo».
Con questa frase si allude all’offerta della totalità della persona. Solo una disponibilità totale alla volontà divina può riscattare il peccato, che è affermazione assoluta della volontà umana. Ma solo uno (Gesù) è stato capace di una simile disponibilità. Ecco perché nella Messa torniamo continuamente a radicarci in lui e nella sua offerta.

“Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea”
Nel contesto della comunità avviene la lode di Dio, la proclamazione delle sue grandi opere. E con questo si allude alla necessità assoluta della preghiera comune, in cui siamo legati a Cristo e ai fratelli. Nessuno di noi può offrirsi al Padre da solo, come ha fatto Gesù. Ma solamente in riferimento a lui. La preghiera personale è l’eco della preghiera di Gesù, in cui abbiamo il dono di essere inseriti mentre celebriamo nella comunità.