Il salmo: tempo per riconoscere, tempo per benedire, tempo per vivere

Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Il salmista contempla il mondo, e vede in esso la sapienza di Dio. Non è un’esperienza impossibile per noi, e la difficoltà non deriva soltanto dalla visione scientifica del mondo, che sembra escludere il concetto di creazione. Era molto più difficile per il salmista resistere alla tentazione del paganesimo animista, che dice che tutto ha un’anima e che il mondo è governato dagli spirito. Era ancora più difficile per i cristiani dell’impero romano controbattere alla filosofia greca, per la quale il mondo esiste da sempre, ed è, in fondo, esso stesso divino. L’uomo moderno, di fronte ai risultati della scienza, è certamente esposto al rischio dell’ateismo, ma può anche contemplare con più precisione i segnali della sapienza creatrice, e dire col salmista: “tutto hai fatto con saggezza!". Qual è dunque il nostro problema? Che cosa ci impedisce di riconoscere nel mondo l’azione incessante dello Spirito creatore? Forse, è solo un problema di tempo. Chi è divorato da un’attività incessante, chi vive in un ufficio e non ha tempo di guardare il cielo, chi arriva a casa e si ritrova i problemi della famiglia, la TV da guardare, e per giunta la lite col vicino di casa perché sta parcheggiata l’auto un centimetro fuori posto: difficilmente costui avrà il tempo di fermarsi un attimo, guardarsi intorno, e benedire il Signore.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.

Perciò il salmista, sapientemente, richiama l’attenzione sullo scorrere del tempo. Anch’esso è dono di Dio, anche il tempo della nostra vita, breve, fragile, ma miracoloso, è un dono incessante dello Spirito. Perché ce lo lasciamo scippare? Quando impareremo a difenderlo dalle troppe aggressioni?